Nota dell’autore

Ho incontrato la famiglia Gastaldi all’inizio dei miei anni universitari, a Genova nel 1995; in casa loro, da piccole e grandi foto appese alle pareti un giovanotto col pizzetto mi guardava sicuro: “è lo zio Aldo”, mi dissero.

Aldo Gastaldi: col nome di “Bisagno” era stato il comandante della Divisione Garibaldina “Cichero”. “Il primo partigiano d’Italia”, recita la targa della via che porta il suo nome.

Giacomo Gastaldi aveva 13 anni il 21 maggio 1945, quando giunse la notizia della morte di suo fratello maggiore. Per decenni ha raccolto documenti, fotografie e testimonianze per far luce sulla vita del fratello durante i mesi della lotta di liberazione. Nel 2009 il nipote di “Bisagno” mi ha proposto di esaminare il grande archivio realizzato da suo padre Giacomo. Insieme abbiamo incontrato gli ultimi partigiani ancora in vita e siamo entrati nelle case dei contadini, dove la foto di “Bisagno” si affianca a quelle dei parenti più cari. Un ascolto paziente di chi “la Resistenza se l’è cucita addosso con le sofferenze”, per poi vedersela sottrarre dalla storia ufficiale.

E così, dopo 70 anni, anche noi abbiamo incrociato quello stesso sguardo “dritto, sicuro”. E ancora una volta è andato a segno.